La figura della donna criminale ha da sempre affascinato e turbato l’immaginario collettivo. Se i crimini violenti sono spesso associati agli uomini, le donne hanno avuto un ruolo significativo nella storia del crimine, distinguendosi per modalità, motivazioni e dinamiche psicologiche particolari. Questo articolo approfondisce il mondo delle donne criminali, partendo dalle serial killer più famose fino ai crimini familiari che hanno sconvolto la cronaca, cercando di comprendere cosa le spinga a commettere reati così estremi.
Donne e crimine: uno sguardo generale
Tradizionalmente, i crimini femminili sono stati associati a truffe, avvelenamenti o delitti motivati da ragioni emotive. Tuttavia, le donne che commettono crimini violenti sfidano gli stereotipi di genere, dimostrando che il crimine femminile non è solo una risposta alle dinamiche patriarcali, ma può essere anche deliberato, premeditato e, in alcuni casi, seriale.
Secondo le statistiche criminologiche, gli uomini rappresentano la maggioranza dei criminali violenti, ma le donne tendono a utilizzare metodi più subdoli o indiretti, come l’avvelenamento. Inoltre, il crimine femminile è spesso motivato da questioni personali o relazionali, come vendetta, gelosia o desiderio di controllo.
Le serial killer più famose della storia
Le donne serial killer costituiscono una categoria relativamente rara, ma le loro storie hanno lasciato un segno indelebile nella storia del crimine. Eccone alcune tra le più famose:
1. Aileen Wuornos: La “prima serial killer americana”
Aileen Wuornos, attiva negli anni ’80 e ’90, ha ucciso sette uomini in Florida. Si prostituiva per sopravvivere e affermò che le sue vittime l’avevano aggredita, spingendola a uccidere per autodifesa. Tuttavia, i dettagli delle sue azioni suggeriscono premeditazione e intenzioni violente. Il suo caso ha ispirato il film “Monster”, che ha vinto l’Oscar grazie all’interpretazione di Charlize Theron.
2. Elizabeth Báthory: la contessa sanguinaria
Conosciuta come una delle prime serial killer della storia, Elizabeth Báthory, nobildonna ungherese del XVI secolo, è accusata di aver torturato e ucciso centinaia di giovani donne. Secondo la leggenda, credeva che bagnarsi nel sangue delle sue vittime le conferisse eterna giovinezza. Anche se molti dettagli del suo caso sono stati esagerati, la sua storia è uno dei primi esempi di crimine femminile sistematico.
3. Belle Gunness: la vedova nera norvegese
Belle Gunness, emigrata dalla Norvegia agli Stati Uniti nel XIX secolo, attirava uomini tramite annunci matrimoniali e li uccideva per impossessarsi delle loro ricchezze. Si stima che abbia assassinato almeno 14 persone, ma alcune fonti suggeriscono che il numero sia molto più alto.
4. Leonarda Cianciulli: la saponificatrice di correggio
Un caso italiano emblematico, Leonarda Cianciulli è famosa per aver ucciso tre donne negli anni ’40 e aver trasformato i loro corpi in sapone e dolci. Giustificò i suoi crimini con motivazioni superstiziose, affermando di voler proteggere il figlio dai pericoli della guerra.
Crimini familiari: quando il male nasce in casa
I crimini familiari, spesso definiti “familicidi”, coinvolgono donne che commettono reati contro membri della loro famiglia. Questi crimini sono spesso motivati da dinamiche psicologiche complesse, come abuso, vendetta o disturbi mentali.
Infanticidio: il crimine più comune tra le donne
Uno dei crimini più tragici legati alle donne è l’infanticidio, l’uccisione dei propri figli. Questo atto estremo è spesso associato a condizioni come la depressione post-partum o la psicosi puerperale. Un caso emblematico è quello di Andrea Yates, una madre americana che, nel 2001, annegò i suoi cinque figli nella vasca da bagno. Successivamente, fu diagnosticata con una grave forma di psicosi post-partum.
Crimini di vendetta o gelosia
Alcune donne commettono crimini familiari per vendetta o gelosia. Un caso italiano celebre è quello di Annamaria Franzoni, accusata dell’omicidio del figlio Samuele nel delitto di Cogne. Sebbene il caso rimanga controverso, rappresenta uno dei casi di cronaca più discussi in Italia.
Abusi e dinamiche di controllo
In altri casi, le donne diventano complici di crimini familiari perpetrati da partner abusivi, come nel caso delle coppie criminali. Un esempio è quello di Rosemary West, che insieme al marito Fred West torturò e uccise diverse donne in Inghilterra. Rosemary rappresenta un esempio di donna criminale che agisce in tandem, spesso sotto l’influenza di un partner dominante.
La psicologia delle donne criminali
Motivazioni e dinamiche
A differenza degli uomini, che spesso agiscono per potere o profitto, le donne criminali tendono a essere mosse da emozioni profonde come:
• Vendetta: in risposta a tradimenti o abusi.
• Desiderio di Controllo: soprattutto nei crimini familiari.
• Superstizione: come nel caso di Leonarda Cianciulli.
• Profitto: come Belle Gunness, che uccideva per denaro.
Disturbi di personalità associati
Molte donne criminali mostrano tratti di disturbi di personalità, come il disturbo borderline o il narcisismo. Alcune soffrono anche di gravi patologie psichiatriche, come nel caso degli infanticidi.
Donne criminali e stereotipi di genere
Il crimine femminile è spesso interpretato attraverso lenti di genere che lo rendono particolarmente intrigante per il pubblico e la stampa. Le donne criminali vengono descritte come:
1. Vedove nere: che manipolano e uccidono per interesse personale.
2. Madri mostruose: che tradiscono l’istinto materno.
3. Streghe moderne: come Elizabeth Báthory, dipinta come una figura quasi sovrannaturale.
Questi stereotipi, sebbene in parte fondati, tendono a semplificare eccessivamente le complesse motivazioni dietro i crimini femminili.
Le differenze tra donne e uomini nel crimine
1. Metodologia: le donne tendono a preferire metodi più indiretti, come l’avvelenamento, mentre gli uomini prediligono attacchi fisici violenti.
2. Motivazioni: le donne agiscono spesso per motivazioni relazionali, mentre gli uomini sono più spesso mossi da potere o desiderio sessuale.
3. Ruolo Sociale: le aspettative di genere influenzano sia la percezione pubblica che le modalità con cui le donne criminali operano.
Conclusione: una complessità inesplorata
Le donne criminali rappresentano una sfida sia per la criminologia che per la società, poiché sfidano le convenzioni di genere e sollevano interrogativi complessi sulla natura del crimine. Comprendere il loro ruolo richiede un approccio multidisciplinare, che includa psicologia, sociologia e criminologia.
Il crimine femminile, spesso nascosto sotto la superficie, è una finestra unica sulle dinamiche di potere, controllo e vulnerabilità che definiscono le relazioni umane. Continuare a esplorare queste storie non solo arricchisce la nostra comprensione del crimine, ma ci permette di affrontare le sue radici più profonde con empatia e consapevolezza.
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